Un 2025 in terreno ampiamente positivo, un anno nuovo ricchissimo. Spaziando con equilibrio fra macchine a scoppio e a batteria, fra l’orgoglio per i traguardi raggiunti e l’attesa per quel che sarà. Questo è quanto è emerso all’International Media Day di Stihl.
Col rivenditore specializzato sempre in primissima fila. A tutto campo Massimo Gallo, amministratore delegato di Stihl Italia, dall’alto del suo ufficio di Cambiago. Guardando soprattutto al futuro, ma non solo.
Facciamo un passo indietro intanto. Quello che è stato del 2025 non ancora finito, ma per Sthil che tipo di stagione è stata?
Beh, devo dire intanto che è una stagione abbastanza positiva perché i dati di mercato di giugno davano un mercato in ascesa dell’1,5% e noi con la misura del mese di agosto siamo invece a più 7,1, quindi devo dire che la situazione è sicuramente buona, positiva, sono contento.
Siamo leggermente sotto il piano perché avevamo pianificato qualcosa di più, ma la stagione non è stata così benevola, soprattutto devo dire al sud. Il sud ha pagato molto una siccità che non c’è stata qui al nord e in quella parte qualcosa abbiamo perso quindi, ma alla fine il quadro è molto positivo.
Reduce dall’International Media Day, i messaggi sono chiari, come sempre, molto pragmatici mi viene da dire. Decide il mercato al di là di quello che può essere la partita in questo momento. Scoppio, barra, batteria, la posizione di Sthil mi pare piuttosto chiara.
Sì, devo dire che proprio stamattina, quindi questa è una notizia freschissima che non sa nessuno, stiamo facendo l’analisi del 2026 e la somma delle filiali dell’Europa dà per il 2026 il sorpasso in Europa del numero di pezzi a batteria venduti verso il numero di pezzi a benzina, insomma a miscela.
Questo è un fatto molto importante che dobbiamo prendere in considerazione. Noi in Italia siamo un po’ indietro, noi siamo a una cifra che varia tra il 30 e il 35 per cento a seconda della tipologia di macchina, quindi siamo un po’ indietro, mentre invece è già due anni che in Germania c’è già più del 50 per cento di macchine a batteria rispetto a quelle a combustione interna. Però è il mercato che decide.
Come state vivendo questo travaso di quota inevitabile, al di là di chi sarà più o chi sarà meno?
Sì, non è facile perché noi siamo quelli della motosega a benzina, è la nostra origine. Celebriamo i cent’anni l’anno prossimo ed è 99 anni che facciamo così, ma devo dire che, come dico sempre ai miei collaboratori, noi abbiamo capito che il mercato sta cambiando, l’abbiamo capito molto in anticipo perché siamo stati uno dei primi costruttori a fornire macchine a batteria e quindi, diciamo così, ci giochiamo su queste due posizioni dove effettivamente, col catalogo che abbiamo, ogni cliente può scegliere la macchina che vuole, che sia a benzina o che sia combustibile interno.
Grande coerenza anche per quanto riguarda la scelta del canale, così è stato in Germania, così è da sempre per voi, la centralità del rivenditore.
Il rivenditore specializzato rappresenta per noi lo zoccolo duro, il nostro business. Abbiamo aperto ultimamente al canale online, questo va detto, perché non possiamo nascondere il fatto che i clienti comprano anche online, soprattutto noi che abbiamo una gamma di prodotti che si presta moltissimo a questo e quindi stiamo cercando di lavorare con i nostri rivenditori affinché anche loro potenzino il loro canale internet.
Alcuni lo fanno, abbiamo 10-12 rivenditori che ormai fanno quasi il 50% del loro fatturato interno aziendale su internet, verso il 50% in negozio. Abbiamo ancora questa grande maggioranza che non è che non creda, ma non è, come si può dire, non è ancora disposta a investire su questo canale pensando che loro riescano a fermare il vento della vendita in internet solo nel negozio. Non si può fare, ci vogliono tutte e due le cose.
Suggerimenti al rivenditore, consigli? Ci parlate spesso, siete sempre a fianco al rivenditore?
Io soprattutto. Proprio da settembre, dall’inizio di questa nuova stagione, perché per noi comincia a settembre perché facciamo la pianificazione a ottobre, mi sono imposto di uscire almeno tre giorni al mese in affiancamento all’area manager per respirare di più l’aria di quello che accade sul campo. Quello che posso dare è un consiglio che so che non è facile, ma va fatto, investire nelle persone.
Non è facile trovarle, ma investire nelle persone è una cosa che magari nel primo, nel secondo anno non ripaga, ma se si ha la pazienza, dal terzo, quarto anno comincia a ripagare. Soprattutto i giovani che possono dialogare con i giovani, perché la nostra rete di vendita, mediamente, è fatta da persone, diciamo, over 50.
Quanto è un problema per il rivenditore trovare le persone giuste però?
Molto, perché è un problema che trovo a qualsiasi latitudine, da Bolzano a Reggio Calabria. La problematica maggiore si ha per i meccanici, per i riparatori, però tutti hanno difficoltà a trovare una persona che li possa aiutare, e io dico sempre che oggi, con la professionalità che è richiesta, un rivenditore non può essere al mattino quello che fa gli ordini ai fornitori, mezz’ora dopo va al magazzino ricambi e fa il ricambista, e ogni tanto se può va anche a riparare le macchine e poi quando gli capita deve anche stare al bancone a vendere. Non è più quel tempo lì.
Senza voler avere la sfera di cristallo, anche se poi le vostre previsioni credo le abbiate già fatte, il 2026 sarà l’anno, al di là del vostro centenario, soprattutto di una macchina in particolare, di una linea in particolare?
Mi auguro che sia la stagione delle motoseghe, perché le motoseghe, come sapete, è un mercato che è veramente in stallo in Italia. Per noi la motosega è importante, quindi ci auguriamo che le novità che porteremo con le motoseghe siano quelle che aiuteranno un po’ a far riprendere questo mercato. Saranno sicuramente delle macchine professionali a batteria della categoria AP, perché sono tantissime le novità che lanceremo e le lanceremo a fine ottobre, quando faremo le riunioni con i nostri rivenditori specializzati.
Di sicuro il 2026 sarà il centesimo anno di vita di Stihl. Orgoglio al di là d quello che sarà, non so se vuole anticiparmi qualcosa, immagino comunque fierezza per chi in questo momento gestisce la fila italiana.
Sì, fierezza è la prima cosa, fierezza anche perché è un’azienda che in questi cento anni è sempre stata in crescita, quindi non ha mai avuto dei momenti di buio, dei momenti di pausa, è un’azienda che continua, tra l’altro, a proporre prodotti nuovi a una velocità che faccio anch’io fatica a seguire. Io spesso non ricordo i modelli, perché ancora non ho memorizzato quelli dell’anno prima, non gestendoli tutti i giorni, e mi escono dei modelli nuovi, non riesco a starci dietro, noi, credo anche quest’anno, proporremo qualcosa come 20-25 modelli di macchine nuove e non sostituiti, nuove, quindi questo per me è la fierezza di essere un’azienda che ha delle radici molto profonde e molto forti, ma che continua a guardare al futuro senza tirarsi indietro, quindi fierezza senza dubbio.