Dal 2 al 5 ottobre 2025 torna Orticolario, l’evento internazionale che celebra la bellezza della natura e una rinnovata relazione tra uomo e paesaggio, nello scenario di Villa Erba, sul Lago di Como.
Con il tema Eden, la quindicesima edizione di Orticolario indaga la meraviglia ancestrale e presenta diverse interpretazioni di un luogo fantastico, incolto e selvaggio, che trascende la comune idea di perfezione per celebrare la potenza sconvolgente e attraente della natura.
Orticolario è un’esperienza da vivere con tutti i sensi, in cui ogni elemento converge verso un unico obiettivo: diffondere cultura ispirando consapevolezza, attraverso un esercizio di meraviglia.
Anche quest’anno si riconferma il ruolo del padiglione centrale come vera e propria Agorà culturale, introdotto come novità durante la scorsa edizione.
Il programma si presenta ricco e articolato, con interventi pensati per un pubblico eterogeneo: dagli appassionati e professionisti del settore, a chi vi si avvicina per la prima volta, spinto dalla curiosità o dal desiderio di ritrovare un legame con la natura.
Le performance di Orticolario 2025
Ambient-e con B~Piæ, duo musicale lariano in collaborazione con il Teatro Sociale di Como.
L’accompagnamento musicale ambient di Orticolario 2025 avvolge i visitatori in un’atmosfera sonora delicata e immersiva. Le performance dialogano con lo spazio, diventando un sottofondo discreto e suggestivo. Suoni eterei, texture sonore e armonie dilatate seguono il cammino, trasformando ogni passo in un incontro con l’invisibile.
Quando gli uccelli tornano
con Beatrice Dotti, performer di discipline aeree
C’è un momento particolare, appena prima dell’alba, in cui tutto sembra fermarsi. Il mondo è immerso in un silenzio sospeso, e basta poco – uno sguardo rivolto al cielo, un attimo di attenzione – per cogliere qualcosa di straordinario: il ritorno degli uccelli.
[Quel che viene prima]
a cura di Vincenzo Dascanio, flower and event designer, e Aglio e Oglio, catering
Il bello che sta dietro le cose, nascosto e inedito: un dietro le quinte esclusivo esalta la maestria e la cura di quel che normalmente non si vede. Con [Quel che viene prima] Orticolario apre al pubblico, giovedì 2 ottobre dalle 15:00, mostrando il suo lato inaspettato, in un momento performativo di composizione artistica che rimanda a uno spettacolo teatrale. DZONOT, nel padiglione centrale, accoglie e diviene palcoscenico di un’opera in movimento, un rito corale in cui abili mani e menti creative danno vita a un’esperienza collettiva: il processo di allestimento della charity dinner firmato dall’imprenditore e flower designerVicenzo Dascanio, con la mise en place di Aglio e Oglio, diventa fruibile ai visitatori.
Gli incontri di Orticolario 2025
Andar per erbe incantate
Incursione botanica tra le piante alimurgiche con Abbi Molinari, raccoglitrice di piante selvatiche, e Giulia Farina, letterata.
Addentrandosi nel linguaggio della botanica si compie un viaggio affascinante per imparare a riconoscere le piante spontanee e riscoprirne le straordinarie proprietà nutraceutiche.
Tra foglie e radici, storie e sapori, riaffiora così un patrimonio dimenticato che intreccia natura, cultura e salute. Si scopre, ad esempio, come alcune erbe ritenute magiche possano essere impiegate per preparare piatti salutari, unguenti e magari… filtri d’amore.
Giardino animale
I confini dell’Eden con Ciro Scafa, responsabile del Centro di Recupero Animali Selvatici WWF di Vanzago.
Il Giardino dell’Eden si fa oggi giardino selvatico in cui la natura, messa alle strette, sfida i confini che l’uomo ha tracciato. Dopo secoli di invasione, ora è la selvaticità a rompere i confini urbani adattandosi come può ai paesaggi cambiati.
Volpi, cinghiali, ricci e rapaci abitano le città, cercando rifugio tra le strade e i parchi, affrontando la sfida di sopravvivere in un mondo che non è più il loro. I centri di recupero per la fauna selvatica (CRAS) sono un ponte tra l’uomo e il selvatico: curando e riabilitando gli animali in difficoltà, insegnando come proteggerli e come riscoprire quella convivenza che è sempre stata il vero Eden.
Matres herbarum
Eden mitologici ed erbe delle dee con Erika Maderna, ricercatrice e autrice, e Giulia Farina, letterata.
Le mitologie del mondo mediterraneo sono ricche di riferimenti a paradisi primordiali appartenenti alle divinità femminili, dal giardino della dea Inanna descritto nell’Epopea di Gilgameš a quello delle Esperidi: spazi sacri presidiati da presenze femminili, dove il legame con la dimensione curativa delle officinali e delle alimurgiche svolge un ruolo fondamentale.
Rinascere natura
Dall’Antropocentrismo all’Ecocentrismo con Elena Felicita Colombo, trainer di Ecopsicologia, Green Coach ed EcoTuner.
Riconoscere di essere natura significa cambiare sguardo. L’uomo non è spettatore del mondo naturale, ma parte viva di un sistema complesso, interdipendente, in cui ogni elemento ha valore in sé. L’Ecopsicologia invita quindi a compiere un passaggio evolutivo: dall’antropocentrismo all’ecocentrismo.
Un cammino di “Ecologia profonda” per chi desidera ricordare le proprie radici, riscoprire il senso di appartenenza alla casa comune, riallineare il proprio essere e agire in armonia con sé, con l’altro e con il grande ecosistema della vita.
Strategie verdi per la sopravvivenza.
Dalla Terra a Marte con Stefania De Pascale, docente e saggista, Vittorio Peretto, paesaggista e Alessandra Pellegrini, cultural fundraiser.
In un mondo che cambia, tra crisi ambientali e sogni interplanetari, le piante tornano al centro del destino umano. Un incontro per immaginare un nuovo Eden e per riflettere sulle piante alimurgiche, sull’intelligenza della natura e su come il giardino, anche quello più essenziale, possa diventare un laboratorio di resistenza, adattamento e futuro.
Tra ordine e spontaneità
La natura nei paradisi giapponesi con Susanna Marino, Presidente del Centro di Cultura Italia-Asia, e Paco Donato, responsabile e conservatore del Giardino Giapponese presso il Museo Orto Botanico della Sapienza.
In Giappone, il rapporto tra uomo e natura si è evoluto nel corso dei secoli in forme concrete e di pensiero proprie. L’habitat prodigo per biodiversità, ma anche temibile per le numerose calamità naturali che caratterizzano il suo territorio, ha offerto uno spazio da sempre condiviso tra l’uomo e i kami (le divinità shintoiste). La natura, concepita come ‘autosviluppo spontaneo’, è stata quindi condotta a ricreare un ordine naturale all’interno di alcuni giardini: i paradisi in terra della tradizione buddhista.