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Leroy merlin aiuta le detenute con figli

1 Ottobre 2012

Un nuovo progetto per Leroy Merlin: migliorare gli ambienti nei quali vivono a Milano i bambini figli di detenute. Migliorare gli ambienti nei quali vivono a Milano i bambini figli di detenute. Ecco, in sintesi, lo scopo del progetto decollato all’ICAM, dove vivono fino a 12 madri con i loro figli, sostenuto da Leroy Merlin. E’ la prima esperienza di questo tipo realizzata in Italia, nel rispetto della Costituzione e della Convenzione Onu sui diritti dei bambini, per garantire il diritto delle relazioni affettive e il sostegno alla genitorialità.

Come è noto, la legislazione italiana consente alle madri detenute che non possono usufruire di arresti domiciliari o differimento della pena, di tenere con sè i propri figli in carcere, fino all’età di tre anni. Ma il carcere rimane un luogo incompatibile con le esigenze di relazione tra madre e figlio e di un corretto sviluppo psicofisico dei bambini. Ecco quindi che l’Amministrazione Penitenziaria ha allestito, in uno spazio concesso dalla Provincia di Milano un istituto a custodia attenuata per madri detenute con bimbi fino a 3 anni. Questo tipo di Istituto rappresenta un percorso detentivo finalizzato ad attenuare ai figli delle detenute un’esperienza negativa come quella carceraria. Madre e figlio vivono infatti in un ambiente più accogliente, privo di sbarre visibili, anche se per le madri vigono le stesse regole presenti in carcere.

Un gruppo di collaboratori Leroy Merlin ha visitato la struttura e parlato con le mamme per ascoltare e capire ciò di cui hanno bisogno per migliorare e rendere più accoglienti gli ambienti della struttura abitativa. Successivamente insieme alla squadra del negozio Leroy Merlin di Pantigliate si darà il via ai lavori per definire, dato un budget predefinito, i lavori da realizzare, i prodotti e le soluzioni più idonee da utilizzare e discutere l’organizzazione delle fasi successive del progetto.

Spiega Pina Mancuso, direttrice Audit: “Il nostro obbiettivo è quello di impegnarci concretamente per rendere migliore la vita dei bambini che, per colpe non loro, devono passare i primi anni della loro vita in strutture difficili. Vorremmo riuscire a rendere i loro spazi il più simile possibile a una casa “normale” come quelle dei nostri quotidiani clienti. Perciò mettiamo al loro servizio le nostre competenze, i nostri materiali e il nostro lavoro. Siamo pronti a ridipingere pareti, sostituire sanitari ormai vecchi, decorare le stanze, fare qualche lavoretto di manutenzione ma saremo all’ascolto per raccogliere le reali priorità. Speriamo di poter festeggiare presto, insieme alle mamme e ai bambini, la loro nuova casa”.

2 ottobre 2012

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