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Che fine fanno piante e fiori invenduti?

20 Aprile 2020

Dopo la proposta formulata da Assofloro, l’Assessorato all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia ha confermato che il materiale vegetale destinato al macero, proveniente dalle aziende agricole florovivaistiche, a causa della mancata vendita per il lockdown dovuto all’emergenza Covid-19 , potrà essere gestito secondo la procedura già adottata per il corretto riutilizzo di “Sfalci e Ramaglie”, secondo l’art.185 del Decreto Legge 152/2006, evitando cosi i costi di smaltimento.

L’Assessorato all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia, in risposta al quesito di Assofloro, ricorda che l’art. 185 lett. f) esclude dall’applicazione della Parte quarta – Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati, ..” le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b), del presente articolo, la paglia e altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, gli sfalci e le potature effettuati nell’ambito delle buone pratiche colturali, nonché gli sfalci e le potature derivanti dalla manutenzione del verde pubblico dei comuni, utilizzati in agricoltura, nella silvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente ne’ mettono in pericolo la salute umana.”

Viene quindi confermato che i materiali sopra indicati a titolo non esaustivo, non pericolosi, destinati ad un corretto utilizzo nell’ambito di processi o metodi agronomici che non danneggiano l’ambiente, non sono soggetti alla gestione prevista dalla normativa sui rifiuti.

Piante e fiori provenienti dalle aziende agricole florovivaistiche e destinati al macero andranno accumulati, ovviamente separandoli da eventuali materiali destinati ad altra gestione come contenitori, supporti, protezioni, ecc., e destinati ad un utilizzo agronomico tramite interramento, sovescio o altro utilizzo della sostanza organica e del terriccio collegato a buone pratiche agricole, all’interno della stessa azienda agricola o presso altra azienda agricola. In quest’ultimo caso, è necessario un documento di trasporto che identifichi il materiale, la sua provenienza, la sua quantità e natura e la sua destinazione finale. Si ritiene che la presenza di un contratto tra le parti, affiancato al documento di trasporto, sia garanzia di corretto e totale utilizzo del materiale agricolo (o forestale naturale) tra i contraenti.

Ringraziamo Regione Lombardia per il chiarimento importante” scrive Assofloroperché mette in evidenza che eviterà alle aziende agricole, già colpite dalla crisi, di dovere sostenere i costi di smaltimento. Le aziende, prima di provvedere al corretto riutilizzo del materiale vegetale, dovranno ovviamente documentarlo secondo le modalità già definite da Regione Lombardia, necessarie alla denuncia relativa al mancato/minor reddito derivante dalla vendita dei vegetali in produzione. Pensiamo che questa procedura per la gestione del macero debba essere seguita anche dalle altre Regioni italiane, per sostenere le aziende colpite dall’emergenza Coronavirus. Forti dell’esperienza maturata in questi anni per quanto riguarda la gestione di sfalci e ramaglie derivanti dalla manutenzione del verde e poiché si tratta di un aiuto significativo alle aziende senza alcun costo per lo Stato, siamo ovviamente a disposizione per la condivisione di informazioni e modelli di gestione”.

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NEL MARTORIATO NORD SI RIPRENDE A MANUTENERE IL VERDE

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