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I vincitori del flormart garden show

26 Settembre 2016

Nella giornata inaugurale di Flormart, sono stati assegnati i premi ai vincitori del concorso internazionale Flormart Garden Show. Aperta nel segno del concorso Garden Show, la 67^ edizione di Flormart alla fiera di Padova. Un’edizione in cui lo storico salone professionale del verde di Padova si afferma sempre di più come crocevia dell’innovazione nell’architettura del paesaggio e la progettazione di giardini.

Nella giornata inaugurale di Flormart, sono stati assegnati i premi ai vincitori delle due sezioni della seconda edizione del concorso internazionale di architettura del paesaggio Flormart Garden Show, presieduto dall’architetto Giorgio Strappazzon, autore dell’ampliamento dell’Orto botanico di Padova con il “giardino della biodiversità”.

Concorso che ha come obiettivo «sviluppare il tema del paesaggio ed il rapporto tra architettura e natura, stimolando un nuovo dibattito, a partire da soluzioni concrete, su un tema più che mai centrale nel disegno delle città del futuro».

La seconda edizione è stata organizzata in collaborazione con Uniscape, la rete di 52 università europee che attuano la Convenzione europea del paesaggio, ed ha registrato la partecipazione di importanti studi di architettura internazionali e giovani paesaggisti provenienti da varie parti d’Italia. Il montepremi in palio era di 20 mila euro.

La prima sezione era riservata a progetti di intervento a Lozzo Atestino (Padova), nel cuore dei Colli Euganei, per la riqualificazione della struttura industriale in fase di dismissione di Fischer Italia (main sponsor del concorso): tema caldo in Veneto e non solo, dove si riflette sul modo di riconvertire le aree industriali dismesse.

A vincerla con il “Progetto per il parco monte Lozzo Atestino. Paesaggi dell’arte e della percezione” è stato il team del Prof. Valerio Alberto Morabito, composto anche dagli architetti Debora Gallina, Stefania Condurso, Maria Teresa Nucera e il Dott. Antonio Gabellini.

Il progetto – è scritto nella motivazione della giuria – presenta un’attenta lettura della morfologia territoriale, sia naturale che antropica ed è stato apprezzato per la qualità del disegno e la capacità di identificare il valore paesaggistico dei luoghi individuando anche parte dei territori nei quali innescare il processo di trasformazione“.

Al secondo posto si è classificato il team degli architetti Nadir Mognato e Tommaso Osti.

Al terzo posto, a pari merito, il team dell’Arch. Elena Antoniolli, il team dell’Arch. Nicola Ferrara e il team dell’Arch. Antonio Sarto.

La seconda sezione era dedicata invece a progetti di giardini temporanei, un’occasione per valorizzare il ruolo centrale del verde privato, accanto a quello del verde pubblico, come elemento di riqualificazione urbanistica ed estetica della città, e come strumento per rispondere ai gravi problemi di inquinamento dei contesti urbani.

Ad avere la meglio fra i dieci finalisti è stato il progetto “La forma del tempo” del team guidato dall’architetto Antonio Sarto (composto dagli architetti Giorgia Saini, Prosdocimo Terrassan e Salvatore Gentile, dal Dott. Luigi Favero e dallo scultore Elio Armano; azienda partner: CLEA S.C.), che ha rappresentato «il paesaggio euganeo con materia, forma e concretezza».

Al secondo posto, a pari merito, si sono classificati il progetto “Entanglement” del paesaggista Emanuele Penna e “Orto pallet” (nella foto in alto) dell’Arch. Martina Ferrari.

Terzo premio al progetto “Giardino sociale: concept ‘Orto di città – Padova’” dell’architetto Roberto Pescarollo.

A giudicare le diverse proposte è stata una giuria presieduta dall’architetto Giorgio Strappazzon, affiancato da Paolo Botton, assessore al verde del Comune di Padova, Giuseppe Cappochin, presidente Consiglio nazionale architetti paesaggisti pianificatori e conservatori, Prof. Manuel Palerm Salazar, presidente di Uniscape, Prof. Michelangelo Savino, docente di Tecnica e pianificazione urbanistica presso l’Università di Padova, Arch. Novella Cappelletti, direttore della rivista Paysage Topscape e Prof. Lucia Bortolini, docente di Manutenzione delle aree verdi dell’Università di Padova.

27 settembre 2016

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