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Malavolti docet: “vincerà la vera qualità”

25 Ottobre 2022

La giusta fiducia, fra scenari globali e l’Italia dei rivenditori. Ha visioni ampie Alessandro Malavolti. Tanto più da presidente di FederUnacoma, ad immaginare già padiglioni, stand e corridoi dell’Eima. Una fotografia sul mondo, lunga cinque giorni. A raccontare il mercato e quel che c’è di nuovo, a prevederlo, ad anticiparlo. A cogliere ogni segnale. A tutto campo Malavolti. Senza confini.

Che edizione dell’Eima si aspetta, considerato il particolare contesto e i freni con cui il mercato è costretto a convivere? 

Una fiera come l’EIMA non lega il proprio successo alla congiuntura economica più o meno favorevole. È un appuntamento che guarda al mercato mondiale, immancabile per gli operatori economici, gli imprenditori agricoli e i professionisti del giardino che vogliono, prima ancora che trattare l’acquisto di macchinari, conoscere le novità di prodotto e le tecnologie d’avanguardia. Per quanto riguarda le case costruttrici, l’EIMA è il luogo nel quale monitorare il mercato, rafforzare le relazioni d’affari, promuovere il proprio brand dinnanzi al pubblico e al mondo dell’informazione. Insomma, l’esposizione della meccanica agricola e delle macchine per il verde è sempre un evento di grande appeal, un appuntamento strategico per il settore.

Cosa è cambiato per voi, se qualcosa è effettivamente cambiato, nella marcia di avvicinamento nell’organizzazione della fiera?

Da alcune edizioni a questa parte la macchina organizzativa tende ad anticipare le varie fasi di preparazione (iscrizioni, messa in pianta, assegnazione postazioni, approvazione allestimenti, attività di comunicazione eccetera), perché la rassegna punta ad avere standard sempre più elevati e ha quindi bisogno di tempi tecnici adeguati. L’edizione di quest’anno è particolarmente impegnativa sotto questo aspetto perché si svolge dopo appena un anno dalla precedente. Appena chiusa EIMA 2021 il team FederUnacoma ha iniziato subito a lavorare ad EIMA 2022, dopo la quale tornerà alla normale cadenza biennale.

Il livello di internazionalità che toccherete?

La caratura internazionale è l’elemento distintivo di questa rassegna, che ospita case costruttrici da oltre 50 Paesi, che registra la presenza di operatori da 160 Paesi con delegazioni ufficiali ICE da 70 Paesi, e che si è imposta da anni come la fiera più internazionale in senso assoluto per il nostro settore. L’edizione 2021 ha risentito ancora dell’emergenza sanitaria, che ha impedito o comunque scoraggiato la presenza di operatori da numerosi Paesi, ma questa edizione dovrebbe svolgersi in un contesto più normalizzato e tornare dunque sui livelli pre-covid.

Dovesse sintetizzare Eima 2022 in un aggettivo?

Lo slogan della campagna di comunicazione è “EIMA, esperienza globale”, e credo che globale sia la parola che sintetizza l’infinita varietà di tecnologie e la vision complessiva di questa rassegna.

Quale messaggio vorrebbe lanciasse l’Eima? 

Che coltivare la terra non vuol dire sfruttarla, ma averne cura. L’agricoltura ha il compito di sfamare il mondo e insieme di preservare l’ambiente. Da questa dipende il nostro destino.

Le chiavi del mercato nel 2023 quali saranno? 

Intanto dobbiamo sperare che il conflitto russo-ucraino abbia fine e che tutto il sistema economico possa trovare un assestamento, giacché la situazione attuale spinge i costi oltre ogni limite e rende più difficile programmare la produzione e vendere i prodotti in modo concorrenziale. Credo che il mercato si stia orientando in modo sempre più deciso verso le tecnologie a basso impatto ambientale, e che la sostenibilità sia ormai l’elemento chiave per ogni investimento in ambito agricolo.

Conviveranno più strettamente o si staccheranno col tempo le macchine agricole e da giardinaggio? 

Fino a qualche anno fa lo scenario appariva piuttosto polarizzato, perché le macchine agricole rappresentavano una categoria merceologica del tutto distinta rispetto a quella delle macchine per il gardening. Da alcuni anni a questa parte la demarcazione fra i due ambiti appare molto meno netta, perché si stanno sviluppando attività multifunzionali, forme di agricoltura amatoriale, forme di coltivazione nei contesti urbani e periurbani e questo porterà inevitabilmente a nuove tipologie di macchine che potranno collocarsi a cavallo fra agricoltura e cura del verde. Insomma, per alcune categorie di mezzi – vedi ad esempio le trattrici, le motozappe ed altre – è possibile che nei prossimi anni si affermino sul mercato modelli sempre più flessibili e polivalenti.

Come sta il giardinaggio in Italia? Che 2022 è stato? 

Abbiamo avuto una prima metà dell’anno sostanzialmente positiva. I dati sulle vendite indicano nel primo semestre un calo complessivo del 13,6%, ma rispetto ad un primo semestre 2021 che aveva registrato un incremento imponente (+33,7%). In sostanza, malgrado il calo percentuale i volumi complessivi risultavano comunque elevati. Nella seconda metà dell’anno la situazione è da valutare con attenzione, perché, se è vero che la domanda potenziale resta alta, è pur vero che l’andamento meteorologico, con la siccità e le alte temperature, ha ridotto l’attività vegetativa delle piante e quindi la domanda di macchinario per le manutenzioni. Nello stesso tempo, la crisi delle materie prime e il costo dell’energia rendono più difficile produrre in modo conveniente e competitivo. Le stime Comagarden indicano un mercato a fine anno in calo del 10,6% rispetto al 2021. Se così fosse, in questa particolare congiuntura, sarebbe un risultato più che accettabile.

Come sta cambiando il mercato del verde?

Il mercato del verde risente, come tutti gli altri, del clima economico generale, ma è molto guidato anche da fattori sociali e culturali. Nel periodo della pandemia e delle restrizioni, il mercato del vede è cresciuto in modo impressionante perché le persone hanno potuto dedicare maggiore tempo alla cura degli spazi verdi e soprattutto hanno riscoperto una vocazione “naturalistica”. Occorre vedere quanto questo slancio verso la cura del verde rimarrà nelle abitudini dei consumatori, ora che l’emergenza sembra superata e lo stile di vita torna ad essere quello di sempre.

Il passo in avanti i rivenditori in che direzione dovranno farlo?

Da alcuni anni si discute molto sul ruolo crescente del commercio online e sulle prospettive dei sistemi di vendita tradizionali. Si discute anche in merito al peso che la grande distribuzione è andata assumendo in questi anni e al rischio di una crisi per i punti vendita specializzati. Indubbiamente il settore è in fermento e in cerca di nuovi assetti. Tuttavia, con il crescere della cultura del verde dovrebbe crescere anche l’aspettativa degli acquirenti in termini di qualità dei mezzi meccanici, di affidabilità e sicurezza degli stessi, di assistenza tecnica ed anche di formazione all’uso corretto delle macchine. Tutto questo prefigura un ruolo molto importante per il rivenditore, un’opportunità per fidelizzare il proprio cliente che apre scenari molto interessanti.

Su quale campo si giocherà la vera partita l’anno prossimo? 

Al netto del quadro economico generale e delle sue incertezze, la partita si giocherà proprio sul piano della qualità. Tecnologie affidabili, utilizzate in modo consapevole e corretto. Sono questi gli elementi che possono consolidare il mercato.

Novità particolari della prossima Eima? 

EIMA riserva sempre molte novità, intanto perché le case costruttrici sono presenti con le novità di prodotto e con soluzioni spesso inedite e avveniristiche. Sarà una rassegna stimolante anche per quanto riguarda le tematiche affrontate nel ricco programma di convegni e conferenze, molte delle quali su temi di politica agricola e ambientale più che mai attuali. Ma una delle novità più interessanti riguarda proprio il settore del gardening. Avremo infatti quest’anno la prima edizione del Garden E-Motion, un programma di prove dimostrative di mezzi per il giardinaggio e la cura del verde. In un’area all’aperto, all’interno del quartiere fieristico bolognese, sarà allestita un’arena per le prove, dove trattorini, rasaerba, motoseghe, soffiatori ed altre tecnologie saranno in azione, dinnanzi al pubblico degli operatori e degli appassionati.

Un motivo per essere ottimisti anche in un quadro tanto nebuloso? 

Sta crescendo nella coscienza collettiva il rispetto per la terra e per la natura. Il nostro ecosistema è stato danneggiato in modo disastroso, ma è sempre più chiaro per le istituzioni, per i comuni cittadini e per le nuove generazioni che la partita si gioca sull’agricoltura, sul modo di utilizzare le risorse naturali e sull’amore per il verde e per la vita a contatto con la natura. L’agricoltura e la politica del verde torneranno molto presto, nell’arco di pochi anni, al centro dell’agenda politica.

Se potesse, quale sarebbe la prima nube che cancellerebbe?

L’instabilità politica. Nell’agricoltura, nell’ambiente e quindi nel settore della meccanica agricola è fondamentale la programmazione, la ricerca, la coerenza degli interventi, ma questo è molto difficile quando i Governi cambiano in continuazione e ai dicasteri dell’agricoltura, dell’ambiente e dello sviluppo economico si avvicendano figure politiche sempre diverse. Dal 2010 ad oggi abbiamo avuto nove diversi Ministri dell’Agricoltura ed ogni volta abbiamo dovuto ricominciare da zero cercando di creare un nuovo rapporto basato sulla fiducia e sulla collaborazione.

A livello di innovazioni tecniche nel giardinaggio che dobbiamo aspettarci soprattutto? 

In questi anni il mercato ha premiato i robot per il giardinaggio e le macchine a batteria, che registrano percentuali di incremento impressionanti. E’ dunque chiaro che anche nel prossimo futuro la cura del verde sarà affidata in modo sempre maggiore a tecnologie altamente automatizzate e a basso impatto ambientale. Sistemi di precisione e flotte di droni, oggi sempre più diffusi in agricoltura, troveranno impiego nei giardini e nelle manutenzioni verdi, ma non va trascurato il ruolo che avranno i sistemi per l’irrigazione. La carenza d’acqua è un limite strutturale allo sviluppo dei giardini, dell’impiantistica sportiva e degli spazi ricreativi, e l’impiego di sistemi d’irrigazione ad alta efficienza, oltre che di tecnologie per l’idroponia, il verde verticale e il verde pensile avrà un ruolo determinante.

La prima e per lei la più significativa certezza della prossima Eima?

L’EIMA trasmette un’energia positiva, che nasce dalla soddisfazione di vederla di nuovo in scena, dalla massa dei visitatori, dall’impatto degli stand e delle scenografie, dalla bellezza delle macchine. La prima certezza è questa, EIMA offrirà un colpo d’occhio emozionante.

A fine Eima, tornato in ufficio e chiusa la porta che fiera sogna di aver vissuto?

Nei giorni della fiera tutto procede al triplo della velocità normale. Le cose da fare sono tantissime, ma i cinque giorni volano. Se si torna stupiti che sia già finita, vuol dire che si è lavorato tanto e bene.

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