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Incidenti in agricoltura: allarme “rosa”

6 Settembre 2010

Nel calcolo dei fattori di rischio le caratteristiche fisiche femminili non vengono nemmeno considerate, avverte l’OSHA, come se uomini e donne avessero una struttura fisica identica e la stessa fisiologia.

INCIDENTI IN AGRICOLTURA: ALLARME “ROSA”

Il numero delle donne che lavorano nel settore agricolo è in crescita costante, ma la sicurezza sul lavoro e la protezione dalle malattie professionali non progrediscono di pari passo. Le donne rappresentano ormai – secondo i dati Istat – più del 39% della forza lavoro impiegata nell’agricoltura italiana, e complessivamente il 30% delle aziende agricole è gestito da imprenditrici, con percentuali particolarmente elevate in alcune Regioni come la Valle d’Aosta (44,7%) o la Liguria (42,5%).

Un vero e proprio esercito di lavoratrici efficienti e motivate ma esposte più degli uomini ai fattori di rischio. Danni alle braccia e al collo, causati dai lavori agricoli, si riscontrano nelle donne più frequentemente che negli uomini – secondo quanto contenuto nelle linee guida dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU OSHA) – e a questi si aggiungono i danni all’apparato riproduttivo causati da pesticidi e agenti biologici, e tutti i rischi derivanti dall’uso di mezzi e attrezzi meccanici (dal trattore all’aratro, dalle macchine per la raccolta a un’infinita gamma di attrezzature) spesso pesanti e poco ergonomici per le lavoratrici. Nel calcolo dei fattori di rischio le caratteristiche fisiche femminili non vengono nemmeno considerate, avverte l’OSHA, come se uomini e donne avessero una struttura fisica identica e la stessa fisiologia.

Di questi temi si parlerà a Roma il 24 settembre prossimo nell’ambito del “GASForum 2010”, il Forum Mondiale per la Sicurezza in Agricoltura promosso dall’Ente nazionale meccanizzazione agricola ENAMA, che – grazie anche alla presenza della presidente dell’Osservatorio Nazionale per l’Imprenditoria e il Lavoro Femminile in Agricoltura (Onlilfa) Veronica Navarra – dedica una sessione proprio alla definizione di criteri e strategie per tutelare la componente femminile operante in agricoltura.

Tra i fenomeni da valutare con particolare attenzione quello degli incidenti che coinvolgono lavoratrici stagionali, spesso senza contratto, oppure donne che eseguono lavori agricoli in quanto mogli del titolare e quindi senza la necessaria copertura assicurativa. Nel Regno Unito il problema è stato affrontato con decisione: il Governo ha stabilito di trattare tutte le donne che a vario titolo operano in azienda come lavoratrici dipendenti, imponendo, anche in presenza di un rapporto di parentela, tutti gli obblighi e le tutele di legge.

Settembre 2010

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