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Produzione

Nel canale tradizionale i veri margini

9 Novembre 2009

A colloquio con Alessandro Durante, amministratore delegato di Briggs & Stratton Italy. Fra Cina, est europeo, clima di incertezza ed una distribuzione in cui lo specializzato rimane in una posizione privilegiata.

NEL CANALE TRADIZIONALE I VERI MARGINI

Abbiamo avuto la possibilità di racccogliere alcune importanti riflessioni di Alessandro Durante, amministratore delegato di Briggs & Stratton Italy. I temi toccati sono stati molti: fra Cina ed est europeo, fra un clima di incertezza ed una distribuzione in cui lo specializzato rimane in una posizione privilegiata.

I motori serie 700 e 800 ad albero verticale ed ora i nuovi Eco Plus Technology. Briggs & Stratton è più attiva che mai, capace di innalzare sempre più la qualità e le performances delle sue soluzioni per offrire il meglio al cliente. Tanti investimenti, in attesa che le macrovariabili dell’economia diano il via libera alla ripresa. “Il quadro è complesso – afferma Alessandro Durante, amministratore delegato di Briggs & Stratton Italyin questo momento nessuno è in grado di assumersi dei rischi. C’è grande attenzione, fra i rivenditori tradizionali così come nella Grande Distribuzione. Il contesto globale resta ancora dominato da grande incertezza, proprio per questo programmare diventa complicato. Di certo c’è un eccesso di capacità produttiva rispetto ad una domanda contratta per cui questo determina meno tensione sui canali distributivi. Una condizione generale a cui inevitabilmente non sfugge nemmeno il mercato italiano.”

Il canale specializzato – prosegue Duranteconserva i margini migliori ma è penalizzato sui volumi. E l’Italia quanto a distribuzione continua ad essere fortemente incentrata attorno al tradizionale. C’è da considerare però che il mercato specifico in termini di volumi è molto ristretto rispetto a paesi più evoluti e con una cultura del verde maggiormente spiccata come la Francia, la Germania e l’Inghilterra. L’Italia vale 200.000 rasaerba a scoppio in un anno, una quota in gran parte concentrata al nord e centro Italia visto che il sud incide per una percentuale davvero minima. Senza dimenticare che da noi i giardini e gli spazi verdi tendenzialmente sono più piccoli rispetto ad altre nazioni. Questione di numeri ma anche di estensione.
Un gruppo come Briggs & Stratton ragiona in un’ottica globale, l’Italia è una fetta minima come mercato finale, anche se importante
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Il mondo, intanto, sta vivendo dinamiche vecchie ma anche nuove.

L’est europeo – continua Durante nella sua analisi – è quello che avrebbe i potenziali di crescita più rilevanti ma in questo momento è bloccato per le difficoltà nel credito. La Cina dal canto suo sta continuando ad aggredire la fascia del primo prezzo, anche se la sua esportazione verso l’Europa deve fare i conti con costi di trasporto che stanno tornando ai livelli di due anni fa. Abbiamo inoltre rilevato che i produttori cinesi di macchine da giardino offrono sempre più spesso motori di brand importanti per avere una migliore accettazione sul mercato.

Novembre 2009

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